Gay & Bisex
Compagni di giochi
di Sergioone61
18.09.2007 |
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"Ora dirai che sono un rompiscatole, ma non sono sicuro di ricordare bene tutto il processo che avevamo seguito..."
Dopo l’eccitante pomeriggio passato con il mio fratellino ed il suo amichetto e le relative scoperte; il giorno successivo a scuola decisi che era ora di conoscere un po’ meglio il fratello di Fabio.Come me frequentava la prima classe dell’ITIS, ma in un'altra sessione. In effetti non avevamo molte ragioni per frequentarci. Poi mi venne in mente che l’anno prima alle medie avevamo fatto parte di un gruppo di lavoro per un concorso, quelle robe sotto l’alto patrocinio di qualcuno…..poteva essere una buona scusa.
All’intervallo andai in mensa e cercai … ach! Non ricordavo nemmeno il suo nome…. Lo vidi che era seduto con alcuni compagni a ridere vicino alla vetrata che dava in giardino. Dovevo pensare a come attaccare bottone…..Mi avvicinai al gruppo e mi diressi direttamente verso di lui “Ciao. Ti ricordi di me?” “Si sei Sergio della III c.” Ecco lui si ricordava il mio nome! In quel mentre uno degli altri ragazzi si rivolse alla mia preda e gli chiese “Attilio, viene alla partita sabato?” Bingo! Ora sapevo il nome! Attesi che finisse di discutere con l’amico poi ripresi “Scusa Attilio se ti rompo, ma, ricordi il concorso dello scorso anno, mi chiedevo se tu avessi tenuto del materiale. Mi servirebbe per una ricerca.” Stette un po’ a pensare poi disse “Mi sembra di sì, ma devo controllare a casa. Per quando ti serve?” “Oh non è urgente” dissi. “Beh se trovo qualcosa te lo porto domani a scuola.” Questo non era esattamente quello che avevo in mente…!! “Scusa Attilio. Ora dirai che sono un rompiscatole, ma non sono sicuro di ricordare bene tutto il processo che avevamo seguito. Se per te non è un problema potremmo vederci da me così metto tutto nel computer.” “Wow! Hai un computer! Vengo volentieri. Io ancora non ce l’ho e mi piacerebbe vederne uno.” “Ok allora ci sentiamo. Se trovi qualcosa fammi uno squillo.” “Sì, ma non ho il tuo numero.” “Chiedi a tuo fratello Fabio, sai che è sempre a casa mia a giocare con il mio.” “Ok. Ci sentiamo.”
Mi allontanai sperando che la cosa funzionasse. Ora dovevo pensare a cosa fare quando sarebbe venuto a casa.
La chiamata arrivò la sera stessa. Aveva trovato un bel po’ di roba e pensava che ci sarebbe voluto del tempo per esaminarla tutta. Gli proposi di venire il sabato pomeriggio seguente, sapevo che sia miei che mio fratello non ci sarebbero stati. Ma lui aveva la partita. Gli dissi che era un peccato avremmo avuto la casa ed il computer tutto per noi visto che i miei non ci sarebbero stati. Avrebbe visto di aggiustare le cose e mi avrebbe richiamato. Richiamò di li a poco. Confermando per il sabato pomeriggio. La fase uno era andata.
Sabato Attilio si presentò alle 14:00. I miei stavano per uscire, si presentò molto educatamente e si intrattenne a chiacchierare con mio padre. Poi i miei uscirono.
Gli dissi “Vieni andiamo nello studio di mio padre al computer.”
Lo studio di mio padre aveva una grossa scrivania antica in legno ed accanto d’angolo un tavolinetto sul quale era posizionato il computer. Di solito non c’erano problemi perché ero solo, ma in due lo spazio era parecchio ristretto. Riuscimmo ad infilare un’altra sedia dietro la scrivania e ci piazzammo davanti al pc. Praticamente eravamo appiccicati e io sentivo il calore delle sue gambe appoggiate alle mie.
Ci mettemmo al lavoro. Sfoglia il materiale che aveva portato, poi accesi il PC ed aprii alcuni file un excel ed un word, così giusto per fargli vedere che era una cosa seria. Lui era molto curioso ed osservava attentamente.
Esaminammo alcuni appunti ed io inizia a riportarli nei files. Attilio volle provare ad digitare sul computer, cercai di fargli spazio, e lui si sporse per arrivare alla tastiera, mi stava praticamente addosso, sentivo il suo odore di bagno schiuma e detersivo da bucato. Ed il mio uccello stava già andando in tiro….
“Accidenti, così appiccicati fa un gran caldo.” disse. E senza attendere oltre si sfilò la felpa e rimase in canottiera. Era davvero un bel ragazzo. Si vedeva che faceva sport i muscoli delle braccia era ben delineati. “Hai ragione.” Dissi e mi tolsi la maglietta restando a torso nudo. Lui mi guardò e disse “Beh ma così non vale.” E si tolse anche lui la canottiera. Ora il suo braccio sfiorava i miei capezzoli mentre digitava al computer e questo fece diventare il mio uccello durissimo.
Eravamo entrambi in tuta ed ormai la mia erezione cominciava a diventare evidente. Ero mezzo anchilosato, provai a spostarmi un po’ sulla sedia e così facendo il mio cazzo in tiro andò ad appoggiarsi al suo braccio. Non poteva non essersene accorto, ma sembrava fare finta di nulla.
Si voltò a guardarmi e disse “Questo coso è una figata! Ma fa veramente caldo qui! Senti tanto siamo soli in casa, ti dispiace se mi metto in libertà?” “No figurati fai come se fossi a casa tua.” Risposi. Si alzò dalla sedia e si sedette sulla scrivania, poi sollevò le gambe e si tolse le scarpe e le calze. Io restavo ad osservarlo. Mentre lui mi sorrideva. Poi si sfilò i pantaloni della tuta e restò in mutande. Così vidi il suo pacco e scoprii che anche lui era un po’ eccitato.
“E tu? Non hai caldo?” disse. Non sapevo come fare visto che il mio cazzo era ormai durissimo e stava a stento nelle mutande. “Mica ti vergognerai! Tanto siamo tra maschi.” “No.” Dissi “Figurati!” Scalciai le ciabatte lontano e comincia ad abbassarmi i pantaloni. Ormai la mia erezione era evidente. Attilio mi fisso il cazzo in tiro che faceva capolino dall’elastico delle mutande. Poi mi guardò e disse “Beh penso che possiamo fare una pausa. Magari in un posto un po’ più comodo.” Ci alzammo ed io lo precedetti in salotto, lui si lasciò cadere sul divano a gambe spalancate e vidi che il suo uccello stava più o meno nelle stesse condizioni del mio. “Vieni a sederti anche tu.” Disse. Mi sedetti accanto a lui. “Hai detto che posso fare come se fossi a casa mia?” “Certo” risposi. Si infilò le mani nell’elastico delle mutande e se le levò. Ero a bocca aperta. “Mi piace stare nudo quando posso, mi da un senso di libertà. Dovresti provare.”
Era più che un invito. Mi tolsi le mutande in un lampo. Ora eravamo tutti e due nudi sul divano. Attilio si accarezzava il cazzo che diventava sempre più grosso. Poi mi guardò e mi sorrise. Non attesi oltre. Gli afferrai l’uccello e comincia a segarlo. Lui chiuse gli occhi e cominciò a sospirare. “Bene! Era ora. Ce ne hai messo di tempo.” “Ma tu te lo aspettavi…” “Diciamo che dopo il tuo invito ho chiesto informazioni al mio adorabile fratellino e lui mi ha raccontato delle cose davvero interessanti….” Ormai non c’era più ragione di andarci piano. Mi buttai a pesce sul suo uccello e glielo presi in bocca cominciando a spompinarlo. Attilio mugolò. “Dai così! Si succhiamelo tutto!” Intanto con la mano mi accarezzava le chiappe e con le dita mi solleticava il buco del culo. Poi mi allontanò. “Ora tocca a me.” Si abbassò a prendermi il cazzo in bocca e cominciò a succhiare. Era fantastico!
“Se continui così sborro.” Dissi. Lui si fermò. “No aspetta. Ho un idea…” Lo guardai incuriosito. “Conosco qualcuno che sarebbe molto interessato a vedere il tuo computer…posso fare una telefonata?” “Certo.” Dissi. “Il telefono è in corridoio.” Lo guardai allontanarsi così potei apprezzare appieno quel gran bel culo sodo. Sentii che parlottava. Tornò poco dopo. “Vedrai che adesso ci divertiremo….”
Restammo per un po’ sul divano nudi ad accarezzarci i cazzi ed a succhiarci i capezzoli. Poi suonò il campanello. Non sapevo cosa fare andai a cercare i vestiti, ma Attilio mi precedette alla porta. “Chi è?” una voce rispose “Siamo noi.”
Attilio apri la porta e mi trovai di fronte il fratello maggiore Carlo con altri due ragazzi. Uno lo conoscevo era Fabrizio il figlio della custode del mio palazzo. Ero imbarazzatissimo. Ero lì nudo davanti a persone che mi conoscevano e conoscevano la mia famiglia. Non sapevo che fare.
Dopo un attimo di sgomento Carlo disse “Vedo che avete cominciato senza di noi!” Entrarono. Carlo mi si avvicinò e mi attirò a se palpandomi il culo. Poi mi baciò in bocca con foga. Poi si stacco ed andammo verso il salotto.
Tutti si sedettero. Guardai Fabrizio. “Non preoccuparti, sarà il nostro segreto.” E mi sorrise. L’altro ragazzo, che chiamavano Dodo, disse “Beh cominciamo la festa!” ed iniziò a spogliarsi. In breve eravamo tutti nudi e tutti con i cazzi in tiro. Carlo guardandomi disse “Il nostro nuovo amico farà gli onori di casa.” Io mi alzai e mi inginocchiai tra le sue gambe e gli presi il cazzo in bocca. Carlo mugolò e mi mise la mano dietro la testa spingendomi l’uccello in gola. Poi mi tolse il cazzo dalla bocca e mi fece spostare verso Fabrizio anche il suo cazzo finì nella mia bocca. Subito dopo toccò a Dodo. Erano tutti è tre sui diciott’anni ed i loro cazzi erano nel pieno del fulgore.
Comincia a spompinarli a turno aiutato da Attilio. Ogni tanto ci trovavamo sullo stesso cazzo uno spompinavo e l’altro leccava le palle. I tre erano infoiatissimi. Mugolavano e sospiravano. Ad un certo punto mi trovai con davanti Carlo e Dodo li spompinavo a turno poi provai ad infilarmeli tutti e due in bocca. Erano grossi, ma dopo qualche tentativo avevo tutte e due le cappelle in bocca e loro spingevano scopandomi in gola. Il mio cazzo era durissimo e pensavo che sarei venuto da un momento all’altro senza nemmeno toccarmi.
Mente mi occupavo dei due cazzoni vidi Attilio che si era seduto a cavalcioni su Fabrizio e si era infilato il cazzo su per il culo, sembrava godere come un matto a sentire i suoi urletti.
Dodo mi tolse il cazzo dalla bocca a si mise a carponi sul pavimento. Io continuavo a spompinare Carlo mentre lui adesso era intento a leccare il buco del culo di Dodo sembrava apprezzare parecchio quel servizio. Infatti si allargava le chiappe e spingeva in fuori il culo. “Si dai leccamelo per bene! Infilami la lingua nel culo!” Carlo si dava da fare. Dodo disse “Basta! Non resisto più! Voglio un cazzo in culo!” Carlo si sollevò tolse il suo uccello dalla mia bocca con un risucchio. Poi mi guardò, sorrise “Coraggio è tutto tuo!” Mi avvicinai al culo di Dodo e gli puntai il cazzo sul buco del culo poi comincia a spingere. Evidentemente non era la prima volta perché entrai con facilità e comincia a scoparlo. “Sì! Dai sfondami con questo bel cazzo nuovo nuovo!” Io ansimavo e sentivo lo sfintere di Dodo che si stringeva attorno al mio uccello. Stavo ormai per venire. Carlo si piazzo davanti a Dodo e gli ficco l’uccello in bocca cominciando a scoparlo in gola. Dietro di me sentivo Attilio e Fabrizio che ormai erano vicini all’orgasmo. Diedi altri due colpi poi affondai fino alle palle e scaricai una bella sborrata nel culo di Dodo. Quasi nello stesso momento Carlo gli sborrò in bocca e Dodo si bevve tutto senza fiatare. Attilio era sdraiato per terra con la sborra di Fabrizio che gli colava fuori dal buco del culo dilatato. Eravamo tutti esausti, ma era stato fantastico.
Dopo qualche minuto chiesi se qualcuno voleva da bere. Portai della Coca Cola e persino della Birra. Poi avrei dovuto spiegare ai miei dov’era finita visto che non ero autorizzato a berla. Ci riposammo e ci rilassammo. Sbracati sul divano.
Attilio era seduto accanto a me e mi carezzava piano l’interno coscia, questo stava facendo risvegliare il mio cazzo che cominciava a tornare duro. Dopo poco si avvicinò e me lo prese in bocca. Gli altri si stavano già masturbando. Attilio con un mano si titillava il buco del culo infilandoci dentro le dita. Carlo disse “Mi sa che il mio fratellino è in vena di fare la giostra!” Attilio lo guardò annuendo con entusiasmo. Carlo ci fece sedere tutti uno accanto all’altro. Poi disse “Ok siamo pronti.” Attilio si avvicinò a me che ero il primo e si sedette sul mio cazzo impalandosi. Andava su e giù freneticamente ansimando. Poi si alzò e passo a Dodo ed anche quel cazzo scomparve in quel buchetto che sembrava non averne mai abbastanza. Poi tocco a Fabrizio. Ed infine a Carlo, vedere i due fratelli che si scopavano mi fece eccitare ancora di più.
Attilio mi fece cenno di avvicinarmi e mi prese il cazzo in bocca, mentre Fabrizio si occupava del suo e Dodo leccava il culo di Fabrizio. Era una scena incredibile. Carlo tirò fuori il suo uccello e si sollevò sulla spalliera del divano Attilio si appoggio al posto lasciato libero e mi attirò verso di lui, sollevò le gambe sopra le mie spalle ed io lo inculai senza aspettare oltre. Carlo mi prese la testa a mi ficco il cazzo in bocca. Mentre Dodo e Fabrizio erano impegnati in un forsennato 69. Stavo per venire di nuovo quando Carlo disse “Ci siamo?” Fabri e Dodo risposero in coro “Sì!” Carlo mi guardò e mi chiese “Stai per venire?” “Sì.” Risposi. “Ok allora esci.” Estrassi il mio cazzo dal culo di Attilio con un certo rammarico. Attilio si posizionò subito sul pavimento e spalancò la bocca vidi che tutti si erano messi intorno a lui e si segavano. “Vieni!” mi disse Fabrizio. Mi unii al gruppo. Il primo fu Dodo che sborrò in bocca e sulla faccia di Attilio che intanto si masturbava come un forsennato. Poi venne Fabrizio ed anche la sua sborra fini in bocca e sul viso di Attilio. Poi venni anch’io nello stesso modo. Ormai la faccia di Attilio era completamente coperta di sborra che lui leccava avidamente. Alla fine tocco a Carlo che infilò il cazzo nella bocca del fratello e scarico una quantità esagerata di sborra che colava fuori dagli angoli della bocca.
Ragazzi! Tutto mi sarei aspettato quel giorno tranne di partecipare ad un orgia in piena regola!
Dopo la seconda goduta se ne andarono tutti, ma con la promessa di ritrovarci una qualche volta….e non passo molto tempo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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